Elezioni Regione Emilia-Romagna. Per un voto consapevole

Mancano quattro giorni alle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Una data importante per la nostra regione e per tutte noi che crediamo nell’importanza della partecipazione, del prendere parte, della corresponsabilità. Valori che sono alla base del nostro agire politico. 

Abbiamo analizzato i programmi elettorali delle liste emiliano-romagnole sui nostri temi per dare e darci degli strumenti in più per votare in modo consapevole rilevando con rammarico che in nessuno c’è un capitolo dedicato alla presenza mafiosa sul nostro territorio, seppur alcuni candidati consiglieri abbiano voluto lodevolmente dedicare a questi temi attenzione e cura. 

Stona molto per una Regione che nello scorso mandato è stata attenta al tema del radicamento mafioso, con l’approvazione di un Testo Unico sulla Legalità, che riunisce le norme in materia di legalità, rafforzando gli strumenti di cui la Regione si dota per contrastare la criminalità in tutte le sue forme. Un’altra azione importante è stata la costituzione di parte civile nel processo Aemilia e il finanziamento nella costruzione dell’aula bunker nella Fiera di Bologna, dove si sono svolte le udienze preliminari del processo Aemilia, e dell’aula bunker alla Dozza, dove si celebrerà l’appello del maxiprocesso alla ‘ndrangheta emiliana: finanziamenti importanti che hanno permesso di celebrare i processi sul territorio dove ha operato l’associazione mafiosa in questione, dando così un segnale forte di presa di posizione contro le mafie.

Nonostante non se ne sia parlato in campagna elettorale, ci auspichiamo che sia chiaro che le mafie in Emilia-Romagna sono un’emergenza, che i beni confiscati sono tanti e saranno sempre di più – visto l’aumento delle operazioni contro la criminalità organizzata e il conseguente aumento delle misure di prevenzione – e che occorre continuare e rafforzare da un lato gli strumenti che possano garantire la giustizia sociale e ambientale sul nostro territorio e dall’altro la formazione della cittadinanza e, in particolare, dei più giovani.

Riportiamo in fondo a questo articolo i testi dei programmi elettorali che riguardano i temi su cui ci impegniamo quotidianamente. Noi ci teniamo ad invitare tutte e tutti ad andare a votare: facciamolo per le forze democratiche che si riconoscono nei valori della legalità democratica e della giustizia sociale. Un voto consapevole, che tiene conto di questi valori, è il primo passo per una società antimafiosa.

Postilla ai programmi elettorali. Ci colpisce che il tema mafie, che sappiamo quanto possa essere complesso a livello sociale, culturale ed economico, venga citato nel programma della candidata Lucia Borgonzoni solo sotto il capitolo ‘sicurezza’. Per il contrasto al fenomeno mafioso, dopo 25 anni di Libera, sappiamo essere necessarie non solo la repressione delle forze dell’ordine e dei magistrati, ma anche la formazione, l’educazione, l’informazione, la giustizia sociale e la corresponsabilità verso il territorio in cui si vive.

Inoltre, ci colpisce ancor di più che l’unico paragrafo in cui sono citate le mafie preveda la proposta di destinare tutti i beni confiscati alle forze dell’ordine. Come già abbiamo avuto modo di ribadire pochi giorni fa, per quanto questa sia una destinazione utile, sappiamo quanto sia importante un riutilizzo sociale dei beni con la conseguente presenza di associazioni, cooperative e altre realtà sociali che riescano a rendere davvero vivi e partecipati luoghi che prima erano strumento di attività criminali. Dispiace anche leggere la specificazione che i beni confiscati non debbano andare ai richiedenti asilo. Anche un tema così – che dovrebbe unire il più possibile – diventa terreno di propaganda. I beni confiscati sono davvero di tutte e di tutti e possono essere, come il territorio bolognese dimostra, luogo di accoglienza, solidarietà e integrazione. 

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PROGRAMMI DEI CANDIDATI PRESIDENTI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA. I PUNTI SU MAFIE E CORRUZIONE

Stefano Bonaccini – Partito Democratico, Bonaccini Presidente, Europa Verde, Più Europa, Emilia-Romagna Coraggiosa, Volt
“Emilia-Romagna, Regione dei diritti e dei doveri
Vogliamo estendere la rete di protezione sociale e dei servizi a tutte le persone, senza distinzione di reddito, perché questo è il tratto distintivo dell’Emilia-Romagna. A tutti chiediamo in cambio il rispetto delle regole, perché una comunità è davvero tale se tutti godono degli stessi diritti e adempiono ai medesimi doveri. Le regole sono le fondamenta della democrazia e una società dei diritti e dei doveri è una società giusta ma esigente. E noi vogliamo che l’Emilia-Romagna continui a crescere nella giustizia sociale, nella sicurezza e nella legalità”.

Simone Benini – Movimento 5 Stelle
“Favoriremo la totale trasparenza negli appalti pubblici. Occorrerà: potenziare il contrasto alle infiltrazioni mafiose nelle gare di appalto per la gestione dei servizi e delle opere edili; affidare incarichi e appalti solo alle società munite di “certificazione etica”; istituire un Osservatorio sugli appalti per monitorare i contraenti sugli appalti; eliminare la prevalenza del principio di massimo ribasso nei lavori pubblici; stabilire l’obbligo di trasparenza per le ditte vincitrici di appalti sui dati delle ditte, alle quali eventualmente verrà affidato il subappalto lavori. 
Faremo prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo, alle slot machine e alle videolottery”.

Stefano Lugli – L’Altra Emilia-Romagna
“Percorsi decisionali e scelte trasparenti rafforzando gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa; commissione consiliare permanente sulla criminalità organizzata e osservatori antimafia in ogni provincia, radicale cambiamento delle modalità di affidamento degli appalti.
In Emilia-Romagna la criminalità organizzata ha oggi un radicamento senza precedenti, anche grazie alla collusione di settori della società che hanno aperto le porte dell’economia e delle professioni alle mafie. L’Emilia Romagna è la terza regione in Italia per lavoratori irregolari, la quarta per interdittive antimafia emesse e la quinta per riciclaggio. È qui che si è svolto Aemilia, il secondo maxiprocesso del nostro paese contro un’organizzazione criminale di stampo mafioso, dopo quello di Palermo del 1986. È l’unica regione, insieme al Piemonte, che conta al proprio interno tutte le mafie italiane e tutte le mafie straniere. Tutto questo non possiamo accettarlo e ciò che è stato fatto è evidentemente insufficiente.

  • Vogliamo istituire osservatori antimafia in ogni provincia e una commissione consiliare permanente sulla criminalità organizzata quale luogo per analizzare, studiare e avanzare proposte e soluzioni al contrasto alla criminalità organizzata con la partecipazione effettiva delle associazioni anti-mafia del territorio.
  • Vogliamo proseguire e intensificare il contrasto al gioco d’azzardo patologico e arrestare la diffusione di locali che ospitano apparecchi elettronici con vincite in denaro.
  • La lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata passa anche per un cambiamento profondo del nostro sistema sociale ed economico, che tolga l’acqua in cui galleggiano le mafie: per questo l’Altra Emilia-Romagna si impegna a garantire politiche di lotta alla povertà e sostegno ai giovani.
    È dimostrato che i lavori in appalto costano di più di quelli gestiti direttamente da un sano sistema pubblico, per cui vogliamo che le modalità di affidamento degli appalti d’opera e quelli di servizio siano radicalmente cambiate: occorre fermare il massimo ribasso, impedire il sub appalto, garantire eguaglianza di diritti e di retribuzione a parità di lavoro”.

 

Marta Collot – Potere al Popolo
“Lottiamo per:
• la legalizzazione delle droghe leggere e la depenalizzazione del consumo di sostanze;

  • il contrasto dei fenomeni corruttivi diffusi e della reimmissione di capitali di provenienza mafiosa, inasprendo le pene e allungando i termini di prescrizione per riciclaggio e autoriciclaggio;
  • l’educazione all’antimafia, chiedendo ai Comuni di ottemperare all’obbligo di informare la cittadinanza sui beni confiscati, e favorendo le amministrazioni che risocializzino questi beni;
  • l’abolizione del 41 bis, riconosciuto quale forma di tortura dall’ONU e da altre istituzioni internazionali, adottando al suo posto misure di controllo, per i reati di stampo mafioso, allo stesso tempo efficaci ed umane, che non permettano la continuità di rapporto con l’esterno”.

 

Lucia Borgonzoni – Giovani per l’Ambiente, Borgonzoni Presidente, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, il Popolo della Famiglia
“Prevediamo una revisione della legge regionale sulla legalità affinché i beni confiscati alla mafia non vengano assegnati ai richiedenti asilo ma vengano convogliati all’interno di un progetto di edilizia convenzionata rivolto al personale del comparto sicurezza e difesa dei vigili del fuoco e agli operatori delle polizie locali”.

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