E!STATE LIBERI!

Migliaia di giovani scelgono ogni estate di fare un’esperienza di impegno e di formazione sui terreni e i beni confiscati alle mafie ed ora gestiti dalle cooperative sociali e dalle associazioni. Segno di una volontà diffusa di essere “protagonisti” e di voler tradurre i valori in impegno, con azioni concrete, di responsabilità e di condivisione.
L’obiettivo principale dei campi sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità democratica e sulla giustizia sociale, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. Si conosce e si realizza con questa esperienza una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà.

Anche nel territorio bolognese abbiamo organizziamo campi di impegno e formazione.

Pieve di Cento abbiamo realizzato il campo “Oltre il Ponte” rivolto ai ragazzi tra gli 11 e i 14 anni del territorio.
Il campo si svolge nel bene confiscato “Il Ponte”, una ex struttura alberghiera (denominata “Le Quattro Piume”) di circa 370 mq, situata a Pieve di Cento (Bo) a poche centinaia di metri dal centro storico. Dopo la condanna del proprietario per usura, è stata conferita al Comune nel 2013, dall’Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata (Anbcs). Grazie a un Accordo di programma sottoscritto tra Regione e Comune, la parte abitativa de “Il Ponte” è gestita dall’Unione Reno Galliera in accordo con la Caritas. La parte superiore del bene è dedicata all’accoglienza di nuclei familiari con minori, emergenza abitativa, disagio socio‐economico e difficoltà che trovano alloggio in di 8 miniappartamenti (6 monolocali e due bilocali). Il piano inferiore ospita la Polizia municipale dei Comuni di Pieve di Cento e Castello d’Argile.

A Pianoro abbiamo organizzato il campo “Accampiamoci“, intorno al bene confiscato di Rastignano.
Il bene – una abitazione con giardino – di via di Campiano 12 è stato confiscato in via definitiva nel 1992 a Gerardo Cuomo, personaggio legato alla criminalità organizzata e processato più volte per contrabbando, in particolare per aver riportato in attivo il mercato illegale di sigarette. Il bene è stato consegnato al Comune di Pianoro nel 2002, ma le varie ipotesi di riutilizzo sono state bloccate da ostacoli che non ne hanno permesso la realizzazione: il soggiorno obbligato dello stesso Cuomo all’interno dell’immobile confiscato, i cedimenti strutturali dell’edificio, le frane, le difficoltà economiche e burocratiche. Nel 2003 Cuomo ha liberato definitivamente l’immobile, ma le difficoltà strutturali hanno portato alla necessità della demolizione.
Dopo un lungo lavoro al posto del bene è nato un giardino pubblico intitolato alle vittime innocenti di tutte le mafie. Il giardino, sorto sul terreno dell’abitazione dove viveva Gerardo Cuomo con la moglie, è diventato così veicolo di un messaggio di legalità e consapevolezza.

A Bologna organizziamo campi a Villa Celestina, bene confiscato a Giovanni Costa nel 2018, il primo del Comune di Bologna che si avvia al riutilizzo sociale.
La prima edizione del campo ha visto ragazzi e ragazze coinvolti nella mappatura dei beni confiscati nel bolognese. Nel 2020 e nel 2021, invece, sono stati realizzati due campi non residenziali di formazione su “Podcast, uno strumento per raccontare le mafie“, grazie all’esperienza di Sentiti Libera.

Infine nel 2021 abbiamo realizzato “Culture della resistenza“, il primo campo di E!State Liberi a Marzabotto: 21 ragazzi e ragazze hanno camminato nei luoghi degli eccidi di Monte Sole, “in un paesaggio dove rivoluzione e amore fanno discorsi sconvolgenti”, ascoltando testimonianze, ripercorrendo storie, riflettendo sul senso e il valore del fare memoria. Memoria che i ragazzi hanno contribuito a mantenere, lasciando un segno: quattro panche, in cima a Monte Sole, in memoria della brigata partigiana Stella Rossa. Così che, a chi passerà da lassù non sarà possibile dimenticare.

E!State Liberi! è la rappresentazione più efficace della memoria che diventa impegno, è il segno tangibile del cambiamento necessario che si deve contrapporre alla “mafiosità materiale e culturale” dilagante nei nostri territori.