VILLA CELESTINA

LA STORIA DI VILLA CELESTINA

Villa Celestina, edificio storico del 1884, sorgeva in linea parallela con le mura tra porta San Mamolo e Porta Saragozza.

Ampliata nel 1937 la sua struttura cambia radicalmente nei primi anni Novanta, quando la acquisisce Giovanni Costa.

Nel 1995 l’imprenditore palermitano avvia i lavori per farci un investimento immobiliare: l’idea è quella di costruire quattro appartamenti di lusso. Ottenuta la concessione edilizia, procede con la divisione dei futuri appartamenti, ma i lavori vengono bloccati molto prima di essere finiti: nel 2003 il bene viene sequestrato e poi confiscato e la villa, senza tetto e con il pavimento sventato, viene abbandonata per anni. Solo decenni dopo la villa avrà nuova vita.

IL SEQUESTRO E LA CONFISCA

Nel 2003 il Tribunale di Bologna applica a Giovanni Costa la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno della durata di cinque anni nel Comune di Bologna e ordina il sequestro dei beni mobili e immobili e delle quote delle azioni delle società a lui riconducibili.

Il complesso immobiliare di via Boccaccio viene quindi sequestrato nel 2003 e poi confiscato in via definitiva nel 2008. A Giovanni Costa apparteneva la maggior parte dei beni confiscati nel comune di Bologna: oltre a Villa Celestina, due appartamenti in Galleria Falcone e Borsellino 1, dove Costa risiedeva con la famiglia; un garage in via Santa Margherita; un appartamento in via Galliera 17.

Nel 2017 il bene viene assegnato al Comune di Bologna.

IL RIUTILIZZO DEL BENE CONFISCATO

Dopo che, nel 2017 il Comune di Bologna aveva presentato richiesta di acquisizione all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, il 28 marzo 2018 l’ANBSC decreta il trasferimento del complesso di Villa Celestina al patrimonio del Comune di Bologna per scopi sociali. Inizia così il percorso di Villa Celestina, come primo bene confiscato riutilizzato a fini sociali in città.

In attesa che il bene venga riutilizzato completamente, grazie a un patto di collaborazione con il Comune di Bologna, dal 1 giugno 2019 Libera Bologna gestisce in via temporanea l’area esterna della villa: l’associazione ha riaperto così il bene per renderlo un luogo aperto e attraversabile da tutte e tutti. Negli anni, ha organizzato festival, rassegne, incontri con la cittadinanza e con le scuole.

Centrali per il percorso di riutilizzo sono i confronti con i residenti e le residenti della via e delle cittadine del quartiere per costruire iniziative e pensare insieme al riutilizzo. Fondamentale per la buona riuscita del progetto è, infatti, la creazione di un contesto sociale che condivida le attività e le finalità del progetto.

Grazie a un lavoro di comunità, negli anni lo spazio è passato a essere, da bene esclusivo, un bene condiviso, esempio di come i beni confiscati possano tornare alla collettività nonostante le difficoltà.

Se vuoi fare parte di questo percorso scrivi a villacelestina@liberabologna.it.