Beni confiscati a Bologna. La necessità del riutilizzo sociale

Da tanti anni il nostro impegno quotidiano contro le mafie riguarda anche il monitoraggio dei beni confiscati presenti sul nostro territorio: una risorsa importantissima che purtroppo in questi anni ha scontato qualche ritardo nel riutilizzo. Per questo motivo Galleria Falcone e Borsellino, dove c’è un bene confiscato e in parte ancora occupato dalla famiglia del destinatario del provvedimento, è stata il luogo dove abbiamo voluto ricordare il 21 marzo scorso le vittime innocenti delle mafie e dove abbiamo svolto la conferenza stampa, nel 2016 e pochi giorni fa, del Festival dell’Informazione Libera e dell’Impegno. Abbiamo, ancora una volta, voluto ribadire che le sfide che la nostra città si pone all’interno di una più ampia lotta alle mafie riteniamo debba riguardare anche questo: il riutilizzo dei beni confiscati è un segno positivo di riscatto contro il predominio mafioso, e di segni positivi c’è sempre bisogno.

Fortunatamente arrivano segnali incoraggianti dal nostro territorio, come il Testo Unico sulla legalità approvato dalla Regione ed il Protocollo di intesa sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati siglato con il Tribunale di Bologna lo scorso 8 settembre.
Nella stessa direzione va la scelta dell’ANBSC di convocare una conferenza di servizi regionale per giungere al pieno riutilizzo di alcuni beni presenti in Emilia-Romagna, che salutiamo con favore, con l’auspicio che possa consentire la risoluzione anche di tante altre assegnazioni ancora pendenti.

La volontà dell’amministrazione, formalizzata in quella sede, di acquisire gli immobili sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nel territorio cittadino, e in particolare il compendio di Villa Celestina, in viale Aldini – destinato a fini sociali e cioè alla realizzazione di alloggi per persone che si trovano in situazioni di disagio abitativo – e due appartamenti, uno in via Matteotti e l’altro in via E.A.Poe – destinati all’accoglienza nell’ambito del progetto Sprar – è un segnale molto positivo.
Segnale positivo per restituire alla comunità il maltolto. È questo lo slogan che Libera ha adottato nel 1995 per accompagnare la raccolta di un milione di firme proprio per il riutilizzo dei beni confiscati a fini sociali.
È evidente che quando i beni sottratti alle mafie ritornano alla cittadinanza, la nostra lotta alla criminalità fa un passo in avanti.

 

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