AMMINISTRATIVE 2021 – LE PROPOSTE DI LIBERA BOLOGNA

Sicurezza, monitoraggio, trasparenza, antiriciclaggio, antimafia nelle
istituzioni, cultura della legalità e antimafia sociale

Libera, fin dalla sua nascita, ha avuto l’obiettivo di animare una società civile, partecipe e responsabile, consapevole che la lotta alle mafie e la costruzione di una società giusta ed inclusiva non è opera di navigatori solitari, ma necessita di una responsabilizzazione collettiva.

Ci troviamo alle porte di questa tornata elettorale ad affrontare una crisi senza precedenti: la crisi sanitaria e le sue conseguenze economiche, sociali e psicologiche. Occorre lavorare insieme per indebolire lo sviluppo ed il radicamento delle #mafie partendo dalle nostre comunità, condividendo analisi e strumenti, pretendendo allo stesso tempo che il legislatore ponga in essere strumenti normativi efficaci e procedure attuative all’altezza della sfida che abbiamo di fronte.

Per questo abbiamo strutturato una serie di proposte per chi si candida ad amministrare la nostra città, Bologna. Una serie di punti che riguardano sicurezza, monitoraggio, trasparenza, antiriciclaggio, antimafia nelle istituzioni, cultura della legalità e antimafia sociale.

  • SICUREZZA
    • Interventi di prevenzione comunitaria (animazione e manutenzione dello spazio pubblico, vitalità
      dello spazio pubblico, responsabilizzazione delle attività commerciali che affacciano sullo spazio
      pubblico, sorveglianza di vicinato, ecc.).
    • Sensibilizzare nelle scuole e sui luoghi di lavoro sui fenomeni che si celano dietro i microreati
      (come per esempio narcotraffico e corruzione), su come riconoscerli e contrastarli attraverso
      percorsi e progetti realizzati in collaborazione con realtà associative e/o istituzionali attive sul
      territorio.
    • Dividere la città in piccole zone e avviare percorsi partecipativi per capire che risposte si
      possono dare al tema della sicurezza e ai diritti di tutte e tutti (abitare, dormire e socialità).
  • MONITORAGGIO, TRASPARENZA, ANTICORRUZIONE E ANTIRICICLAGGIO
  1. Beni confiscati
    • Monitorare e manifestare interesse all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata per l’acquisizione dei beni, con particolare attenzione al loro riutilizzo sociale
    • Istituire un tavolo metropolitano permanente di raccordo sui beni e imprese confiscati presenti nel territorio della città di Bologna attraverso il quale portare avanti un confronto con le altre Istituzioni statali interessate eventualmente ai beni confiscati, attraverso il quale monitorare esigenze e risposte alle stesse che possano derivare dal riutilizzo dei beni confiscati. Il tavolo si dovrà coordinare con quello istituito in Prefettura su aziende sequestrate e confiscate.
    • Favorire percorsi di riuso sociale delle imprese sequestrate e confiscate, coinvolgendo le associazioni di categoria e le associazioni antimafia più rappresentative. A tale scopo, è necessario prevedere ed istituire un fondo ad hoc che aiuti le realtà che supportano il rientro nel circuito della legalità ad affrontare i costi connessi al percorso e che supporti i percorsi di workers buy-out di imprese sequestrate e confiscate.
    • Implementare lo spazio dedicato ai beni confiscati sul sito del Comune, rendendolo più visibile e leggibile attraverso pagine dedicate che non solo ne elenchino la presenza dei beni, ma ne raccontino la storia.
    • Introdurre deroghe nei regolamenti comunali sui beni confiscati riutilizzati socialmente e predisporre norme ad hoc, attraverso un regolamento dedicato, qualora il Comune diventi proprietario di un bene confiscato.
  2. Aprire un canale di comunicazione con la UIF – Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia – per segnalare operazioni sospette di riciclaggio, come previsto dalla legge 231/2007 per gli enti locali
  3. Adottare, anche mediante specifiche intese con la locale Camera di Commercio, banche dati idonee a monitorare le dinamiche societarie delle imprese operanti in città con l’obiettivo di individuare eventuali anomalie e contrastare il radicamento mafioso e criminale nel territorio bolognese.
  4. Implementare, stanziando fondi specifici, l’attività di incrocio dei dati su cui sta già lavorando il Comune.
  5. Redigere un report integrato annuale che tenga in conto fattori qualitativi come l’organizzazione interna dell’amministrazione, l’impatto ambientale di ogni attività, la soddisfazione dei dipendenti comunali e dei cittadini. Che si concentri sul processo di creazione del valore e non solo (come invece accade nei bilanci tradizionali) sui risultati ottenuti.
  6. Introdurre infografiche e pagine dedicate sul sito del Comune su:
    • le principali scelte economiche sulla destinazione dei fondi comunali
    • la relazione annuale del responsabile della prevenzione della corruzione
    • gli appalti banditi dal Comune
    • le nomine nelle partecipate del Comune.
  7. Rendere più visibili sul sito gli strumenti di denuncia di fenomeni corruttivi, già predisposti dall’amministrazione. Indicare in modo più evidente chi sia responsabile anticorruzione e come sia possibile mettersi in contatto.
  8. Rendere pubbliche le audizioni per i dirigenti nominati dal Comune nelle sue partecipate. Svolgere audizioni pubbliche annuali con i dirigenti nominati dal Comune nelle sue partecipate riguardo alla trasparenza delle attività delle aziende stesse.
  9. Rinnovare il protocollo “Interporto” sottoscritto il 13 luglio 2017 e vigilare sulla concreta attuazione di quanto pattuito, affinché possa risultare davvero efficace l’opera di prevenzione e controllo nei confronti dei fenomeni di radicamento criminale, sfruttamento lavorativo e caporalato nell’economia territoriale.
  10. Istituire un osservatorio specifico sul tema dei rifiuti e del loro smaltimento che in dialogo con Hera, Confindustria, Cna, Legacoop, tutte le associazioni di categoria imprenditoriali e gli altri portatori di interesse economici e non, porti avanti una mappatura ed una analisi della gestione dei rifiuti industriali sul nostro territorio e che vigili sulla correttezza degli eventuali processi di smaltimento, anche qualora dovessero includere Paesi esteri.
  11. Rendere pubblica la mappatura delle sale slot – prevista dalla delibera regionale n. 831/2017 – site sul Comune di Bologna, con un aggiornamento costante rispetto a quelle che devono essere delocalizzate perché troppo vicine a luoghi sensibili.
  12. Nella sezione trasparenza del Comune creare una sottosezione per gli appalti ove siano presenti nomi e dati societari di chi vince la gara e di tutta la filiera del subappalto così da dare al cittadino e alle associazioni la possibilità di monitorare tutto.
  13. Inserire all’interno del Piano di prevenzione della corruzione e della trasparenza l’obbligo di comunicare il titolare effettivo delle società a cui sono affidati appalti pubblici.
  14. Promuovere, in occasione di ricorso ad appalti e nei cambi appalto tra privati, nei sub appalti e nelle rotazioni nelle titolarità, la corretta applicazione dei Contratti collettivi e la continuità occupazionale in caso di subentro nell’appalto (clausola sociale).
  15. Con riferimento al Protocollo sugli Appalti del 2019, sottoscritto con la CM, è necessario:
    • prevedere l’estensione a tutte le stazioni appaltanti pubbliche dell’area metropolitana bolognese;
    • accorpare le stazioni appaltanti pubbliche;
    • prevedere che le clausole e i diritti condivisi nel Protocollo del 2019 e quanto previsto dalle nuove intese regionali (rating di legalità, impegno all’adozione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, obbligatorietà clausola sociale, subappalto, applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore e di II livello, sistema sanzionatorio, salute e sicurezza sul lavoro, ecc..) siano applicate dalle stazioni appaltanti per tutti gli appalti e le convenzioni di loro competenza e indipendentemente dalle modalità di assegnazione/affidamento degli appalti, ivi
      compresi gli affidamenti diretti, le procedure negoziate, le gestioni commissariali;
    • assicurare l’impegno da parte delle stazioni appaltanti a espletare il confronto preventivo con i soggetti firmatari e/o le articolazioni territoriali delle Organizzazioni Sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, anche con specifico riferimento alle opere opere infrastrutturali previste.
  16. Tra le misure da adottare per affrontare il tema degli appalti nei settori privati, tenuto conto delle complesse vicende che si sono manifestate in particolare nella logistica, proponiamo l’adozione di forme di agevolazione riconoscibilità sociale certificata per le imprese che scelgono di puntare sul “buon lavoro”, che investono sulla stabilità dei rapporti di lavoro, sulla ricerca e innovazione, sui giovani e la loro qualificazione, sulla professionalità e su modelli organizzativi innovativi capaci di valorizzarla.
  17. Costituire la Rete per l’integrità e la trasparenza tra gli EE.LL. della Città Metropolitana, quale sede di confronto volontaria, a cui possono partecipare i responsabili della prevenzione della corruzione e i responsabili per la trasparenza degli enti locali del territorio metropolitano e di tutti gli altri enti controllati o partecipati
  • ANTIMAFIA NELLE ISTITUZIONI
  1. Conferire una delega autonoma alla “legalità democratica” ad un/una Assessore; distinguendo in modo chiaro e netto il tema della legalità da quello della sicurezza.
  2. Istituire un tavolo di lavoro e raccordo mensile o bimestrale convocato dall’assessore con delega alla legalità democratica in cui di volta in volta partecipino assessori con deleghe diverse, a seconda dei temi trattati, per fare da raccordo e da cerniera di un concetto e di pratiche che devono permeare tutti gli ambiti di azione dell’amministrazione: un’azione impermeabile alle mafie che abbia sempre presente il rischio di infiltrazioni e di permanenti interessi delle organizzazioni criminali. Il tavolo è uno strumento per valorizzare la multidisciplinarietà del tema e per sottolineare che tutte le deleghe possono e devono essere coinvolte nel conoscere il problema: il welfare, l’ambiente, il commercio, il lavoro, l’unione europea, il patrimonio.
  3. Istituire una Commissione consiliare permanente antimafia, che lavori sui temi dell’antimafia, dell’anticorruzione e dell’antiriciclaggio, sul modello di quella del Comune di Milano.
  • CULTURA DELLA LEGALITÀ DEMOCRATICA E GIUSTIZIA SOCIALE
  1. Introdurre percorsi scolastici fin dalla scuola primaria (quando di competenza) ed extrascolastici per la diffusione di una cultura della legalità democratica, coinvolgendo il terzo settore in quanto parte costituente di quella comunità educante centrale nella formazione sui temi dei diritti e dell’antimafia sociale, anche attraverso percorsi di testimonianza di realtà associative e produttive impegnate nella promozione e nel riuso sociale dei beni confiscati.
  2. Promuovere momenti di formazione per il consiglio comunale e la pubblica amministrazione sui temi della legalità democratica e della presenza e della pervasività delle mafie nel territorio di Bologna in collaborazione con Avviso Pubblico.
  3. Costituire un tavolo permanente sulla condizione delle persone migranti di cui oltre alla Prefettura facciano parte gli enti gestori e le associazioni più rappresentative che si occupano del tema.
  4. Applicare politiche di accoglienza efficaci, stipulando specifici protocolli con la Prefettura e la Questura per il rilascio dei visti e dei permessi di soggiorno, al fine di evitare che persone in stato di bisogno finiscano nelle mani e in potere alle associazioni criminali, mafiose e non.
  5. Rafforzare gli strumenti di contrasto al caporalato e fornire assistenza sociale, economica ed abitativa alle vittime di caporalato anche attraverso la costituzione di apposite “case per le vittime, lavoratrici e lavoratori”, quali luoghi di accoglienza, supporto ed integrazione con una particolare attenzione ai fenomeni di sfruttamento/ricatto sessuale di cui sono vittime tantissime donne, anche utilizzando a tal fine i beni sequestrati/confiscati.
  6. Mantenere trasversale l’attività di contrasto al gioco d’azzardo illegale e di prevenzione del gioco d’azzardo patologico, con un percorso condiviso dagli assessorati alla sicurezza, al welfare e alla sanità e che tenga conto dei dati che emergono dal SerT e dall’Asl di Bologna e dalle associazioni e realtà che si occupano delle categorie più a rischio per la ludopatia.
  7. In Europa Bologna è gemellata con le città di Valencia, Lipsia, Zagabria, Salonicco, Tolosa. Nelle attività di scambio, gemellaggio e di sinergie culturali, sarebbe importante inserire momenti di confronto e di approfondimento sul tema delle mafie, degli affari e degli interessi che queste organizzazioni portano avanti, al fine di portare all’attenzione delle altre città, la centralità degli interessi mafiosi nello sviluppo futuro dell’Unione Europea.
  8. Proporre al Consiglio Comunale l’approvazione di una mozione per avviare un processo costituente che porti l’Unione Europea ad essere Repubblica d’Europa. Solo attraverso questo passaggio infatti è possibile avere quella dimensione di coordinamento e di efficacia normativa, repressiva, nonché di azione culturale e sociale che possa competere con le dimensioni e l’estensione degli affari delle organizzazioni criminali mafiose.
  9. Attribuire ad un assessorato la competenza sulla tutela e la diffusione di Storie e Memorie Collettive, che tenga insieme l’enorme patrimonio della nostra città e riesca a organizzare politiche di diffusione di quello che è stato il nostro passato e di quello che ci ha insegnato attraverso finanziamenti di percorsi nelle scuole, eventi come Festival, campagne di comunicazione rivolte soprattutto ai più giovani di quello che è la nostra città.